La notte della Panfilia

La ricerca compiuta da Riccardo Galli ha un doppio merito. Da una parte, quello di contribuire a chiarire, sulla base di un’accurata analisi dei documenti e avendo sempre presente la bussola rappresentata dal metodo storiografico, quelle che furono le ragioni, i meccanismi e il concreto dispiegarsi della violenza politica al termine della Seconda guerra mondiale; dall’altra parte, quello di legare l’inter- pretazione di un tema tanto delicato, vera e propria faglia nella transizione dall’Italia fascista a quella repubblicana, alla storia del territorio e della comunità locale. E così facendo, consentendo cioè di evidenziare, una volta di più, la straordinaria vivacità che nel nostro Paese mantengono questo tipo di studi, l’analisi dell’Autore si inscrive nell’alveo delle pubblicazioni non solo dotate di straordinaria utilità pubblica, in quanto capaci di incidere positivamente sui de- licati meccanismi dell’identitario propria della comunità locale, ma in grado di fornire il materiale di costruzione delle più ampie ricostruzioni specialistiche. Abbiamo quindi a che fare con una ricerca abile nell’evitare le secche dello “spontaneismo”; vale a dire, di quell’atteggiamento – tanto frequente presente nelle opere di storia locale – che, fondendo un forte sentimento di attaccamento all’identità con la ricerca, porta a scorgere in ogni manifestazione locale il segno di una forma unica ed eccezionale.