La forza tra la sbarra

C’era una volta una bambina con le codine, vivace, sempre sorridente, ricca di una primitiva energia con la quale passava da uno sport all’altro. Il libro racconta di me, Elena, per mio padre, Nina. Dalla lettura si evince come la mia spensieratezza si sia infranta contro un dolore forte, direi quasi troppo adulto per una ragazzina che conosceva solo giochi e il “dispiacere” se la sua bambola preferita, alta come lei, dormiva senza copertina! Racconta, il libro, di questa tragedia che ha cambiato la mia famiglia, ha condizionato me nella formazione del mio carattere, e di come mi sia salvata grazie al movimento in chiave sportiva, ma soprattutto è grazie alla danza se negli anni non mi sono persa nella confusione emotiva che sentivo e che manifestavo in una totale irrequietezza. La mia non è la storia più bella, non ho niente da insegnare a nessuno, ma ho sentito la necessità di raccontare il modo in cui la mia arte, studiandola in mille modi diversi non mi abbia mai abbandonata, anzi sia approdata ad una chiara forma di professionismo che sto mettendo a disposizione per le mie allieve. Mi ha salvato la danza, il rigore, la tenacia, l’allenamento costante, la devozione, il sacrificio, le rinunce, questo racconta il libro, ho imparato tanto alla sbarra, sono maturata come atleta e artista grazie all’arte che mi ha insegnato anche la puntualità emotiva, come investire sull’energia al momento giusto sul palco e come contenerla fuori dal palco.